CHE STRESS!
CHE STRESS!
Articolo a cura della Dott.ssa Marzia Serafin psicologa e psicoterapeuta
Ormai tutti abbiamo dimenticato di essere stati in ferie, siamo ritornati a pieno regime con orari e scadenze. La società di oggi impone a tutti un’attività ricca di pressioni e di impatti negativi sul proprio stile di vita, facendoci dimenticare quelle sfumature fatte di passioni e di motivazioni. Lo stress in campo lavorativo poi tende ad avere delle ripercussioni anche sul piano familiare e dunque sui rapporti interpersonali che viviamo ogni giorno. Lavorare, sistemare la casa, prendersi cura dei figli, avere una vita di coppia: tutto diventa fattore di stress e dunque costituisce un peso che va ad addossarsi sulle spalle della persona. Purtroppo questo “aumento di peso” lo si può osservare sul nostro corpo teso e stanco, sulla nostra psiche poco consapevole e passiva, sul nostro stare con gli altri caratterizzato da spontaneità e intimità poco presenti.
Un fattore di stress è dunque un evento interno ed esterno in grado di rompere il nostro equilibrio mentre la risposta allo stress è l’insieme degli adattamenti che noi mettiamo in atto per ripristinare l’equilibrio. A livello biologico, rispetto ad uno stimolo pericoloso o rischioso oppure davanti a quello che noi percepiamo essere una destabilizzazione, il nostro organismo produce adrenalina e cortisolo e questo va ad attivare tutta una serie di cambiamenti: i muscoli si preparano all’azione, il tono cardiovascolare aumenta, l’ossigeno viaggia più velocemente, le attività non vitali vengono trascurate e questo può avvenire sia davanti ad un leone che ad una pila di documenti sul tavolo. Lo stress fisiologico si acutizza quando perdiamo il controllo, quando ci accorgiamo di non avere alternative, quando siamo frustrati, quando non ci sentiamo compresi dagli altri. Condurre una vita all’insegna dello stress favorisce la nostra capacità di problem-solving e di tolleranza alle frustrazioni fino ad un certo punto poi contribuisce all’aumento delle probabilità di soffrire di disturbi cardiovascolari e psicosomatici. Gestire le questioni che ci toccano solo da un punto di vista Genitoriale Critico, quindi teso ai rigidi doveri e principi, non sempre solo nostri, contribuisce a svalutare la nostra autenticità di persona.
In ogni momento possiamo valutare la situazione da una posizione Adulta, che osserva la realtà senza paure e giudizi irrazionali e questo ci fornisce uno strumento prezioso per far fronte alle frustrazioni. Molti studi concordano come la necessità di recupero sia percepita dall’essere umano come un bisogno essenziale già durante la fase di accumulo degli stressors oltre che alla sua conclusione. Risultati importanti sono stati ottenuti proprio nell’osservazione delle pause lavorative: durante le quali risulta importante sia fare attività fisica che mettere in atto delle strategie tese al relax. In particolare è emerso lo status privilegiato delle capacità di autoregolazione e automonitoraggio come fattori protettivi rispetto allo stress. Tali considerazioni possono essere generalizzate a molti contesti della vita quotidiana. Uno dei modi attraverso i quali possiamo attivarci e fare qualcosa nella direzione della ripresa è dunque quello di imparare a prendere uno spazio per essere consapevoli e avere cura di noi stessi, a livello di corpo, di psiche e di socialità. Avere la capacità di dire no ad un impegno ulteriore e in fondo poco utile, occupare una pausa con un massaggio o con un caffè tra amici, rispolverare un vecchio hobby o decidere di mettere in atto un cambiamento: quante volte avete pensato di farlo e quante volte l’avete fatto concretamente?
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