Il significato di un viaggio o di una vacanza
Siamo un popolo legato al Ferragosto, nonostante la crisi e il passare delle estati ci aspettiamo calde temperature, numerose ore di luce e le ferie … Tuttavia l’homo tourismus di oggi ha imparato a poter scegliere tra l’essere pigro, conformista oppure esploratore, e, rispetto a queste condizioni, l’offerta turistica di oggi è decisamente diversificata. L’idea di vacanza diventa un modo per staccare la spina, per rilassarsi all’aria aperta, per fare qualcosa di diverso rispetto al solito, per intraprendere escursioni oppure per controllare la forza dell’attaccamento alle radici di casa …
Sono davvero tanti gli aspetti dell’individuo che vengono messi in gioco durante la vacanza, perchè partire o non partire è anche un modo per scoprire o ritrovare se stessi. Naturalmente una stessa destinazione o un determinato stile vacanziero possono essere dettati da differenti esigenze e approcci.
E dunque partire o non partire?
Studi suggestivi (Sabato, 2015), anche se non confermati in modo rigoroso, individuano addirittura in un gene il fatto di essere noti come “popolo di navigatori”, gene poi sopravvissuto per garantirci individui irrequieti, predisposti a nuove esperienze, a correre dei rischi e a mettersi in viaggio per l’offerta “Last minute”.
Fattori sociali e culturali inoltre ci fanno optare per alcune destinazioni: partire per Dubai piuttosto che per il Tibet, oppure preferire una vacanza a casa dopo un anno di lavoro in giro per il mondo… L’espressione “Il turista è un sintomo della società” (Urbain, 2013) fa comprendere come le caratteristiche della vacanza siano lo specchio del contesto socioculturale a cui apparteniamo e riflettere sulla tipologia ci permette quindi di descrivere noi stessi. Altro fattore può essere l’età, infatti oggi i giovani iniziano a viaggiare presto, acquisendo competenza ed esperienza che rendono meno scontate le scelte turistiche .
Un altro aspetto fondamentale è sicuramente la personalità, infatti la costellazione di tratti che ci distingue dall’altro sembra influenzare enormemente il tipo di vacanza a livello di organizzazione, motivazione, immagine. In particolare persone empatiche e creative partono alla ricerca di mete curiose e culturali, individui molto dinamici cercano luoghi di divertimento e si mostrano poco propensi alle situazioni di relax, inoltre le persone molto difensive sembrano restie ad allontanarsi dalla propria casa o sono predisposte alla stessa vacanza di sempre al fine di trovare conferme e rassicurazioni alle proprie aspettative (Gazzella, 2015).
Il processo di acculturazione attraverso il turismo può essere letto anche come la gerarchia dei bisogni di Kenrick, una rivisitazione del lavoro più famoso di Maslo: si sottolinea il ruolo dei bisogni per attivare l’azione dell’essere umano, in particolare la spinta al cambiamento prenderebbe forma nei bisogni fisiologici, nella protezione e nell’evoluzione. Dunque viaggiare o passare le proprie vacanze a casa potrebbero essere strategie diversi per gratificare bisogni legati al cibo, prenotare una settimanain un villaggio turistico potrebbe rispondere alle esigenze di estrema strutturazione interna o esterna, infine invacanza la famiglia riesce a prendersi uno spazio maggiore e i single si sentono legittimati ad evadere.
Molte emozioni accompagnano la decisione e la motivazione per certe scelte. Il piacere è dato dal mettersi in una dimensione diversa da quella conosciuta, lontana dalla quotidianità e dalle situazioni complesse, arrivando ad essere una possibile via di fuga, un arricchimento culturale o una destinazione incontaminata e naturale. Vi sono delle ragioni fisiologiche legate alla ricerca del benessere fisico oppure al desiderio di sintonizzarsi con i propri bisogni e connettersi solo con quello che si prova. Vi sono ragioni psicologiche più soggettive legate al vissuto della persona e all’obiettivo di rilassarsi e concentrarsi su se stessi. Vi sono ragioni legate alle dimensione interpersonale e dunque viaggiare per fare nuove conoscenze, trovare un partner, rafforzare legami in generale. Altre volte è un modo per palesare e confermare il proprio status (Gazzella, 2015).
…Vi è poi un altro viaggio, affascinante e mai facile, quello intimo e autentico organizzato da terapeuti e da persone che si incontrano: un viaggio in compagnia di un navigatore che porta a visitare vecchi castelli, a ripercorrere stradine dell’infanzia, a ricercare nuove sensazioni, a esplorare differenti opzioni alla ricerca del Sé e al possibile cambiamento .
” Trovo affascinante che molta gente pianifichi le proprie vacanze con maggior cura di quanto ne facciano per la propria esistenza. Forse è perchè evadere è più facile di cambiare .” (JIM ROHN)
Articolo a cura della Dott.sa Serafin Marzia psicologa e psicoterapeuta
Bibliografia e sitografia
Gazzella, L
( 2015). Psicologia del viaggiatore: perchè partiamo ? www.crescita-personale.it
Sabato, G (2015). Psicologia del turista. Mente & Cervello n.127. Le Scienze, Roma
Urbain, J.D. (2013). Perchè viaggiamo? Psicologia Contemporanea n. 236. Giunti, FI